Sei co-dipendente o in una relazione caratterizzata da abusi e violenza?

Sei co-dipendente o in una relazione caratterizzata da abusi e violenza?

5 Dicembre 2016 0 Di Anand

Non c’è nulla di più frustrante che cercare di aiutare un’altra persona e poi rendersi conto che l’altra persona non vuole o non ha bisogno del tuo aiuto.

Peggio ancora quando ti ritrovi coinvolto in un rapporto di co-dipendenza dove reciti alternativamente il ruolo di salvatrice (salvatore) – persecutrice (persecutore) – vittima.

Nel volgere di un attimo, i ruoli si invertono e ti senti abusata per aver passato tutta la notte cercando di salvare o comunque sacrificandoti per prenderti cura del tuo compagno ubriaco.

Come ci sei finita in questo vicolo cieco? Come uscirne?

La soluzione che funziona è quella di smettere di essere la salvatrice (o il salvatore), ma è una cosa più facile da dire che da fare.

Quando questa dinamica si protrae nel tempo, si manifesterà come una linea orizzontale che corre in basso sul palmo della mano.

La foto dell’articolo è tratta da: handanalysisonline.com di Jena Griffiths

Il triangolo drammatico di S. Karpman (testo tratto da Wikipedia): 

É la teoria secondo la quale all’interno di una relazione interagiscono tre ruoli diversi, ovvero il salvatore, il persecutore e la vittima, anche se i membri sono due.

Nella co-dipendenza si assumono, alternativamente, questi tre ruoli. La loro relazione è di reciprocità, in quanto la presenza dell’uno implica gioco-forza quella degli altri. Nella co-dipendenza uno dei due membri della relazione può assumere anche due ruoli diversi, contemporaneamente.

La persona che si immedesima nel ruolo del salvatore avverte la necessità di aiutare l’altro, anche se questi non ne ha effettivo bisogno. Egli ritiene che l’altro sia bisognoso del suo aiuto, mentre è lui che ha bisogno di sentirsi utile perché sono presenti sensi di colpa, insicurezza o inferiorità.

La vittima, cioè chi valuta sé e i suoi comportamenti sempre in modo negativo, con il conseguente atteggiamento di forte inferiorità nei confronti degli altri, esercita una forte attrattiva sia nei confronti del salvatore, dal quale riceve attenzioni esagerate, sia nei confronti del persecutore, il quale, criticandolo e maltrattandolo, lo convince sempre di più della sua inferiorità e delle sue insicurezze.

È persecutore, colui che nutre disperazione e rabbia che lo spingono ad assumere un atteggiamento punitivo e vendicativo nei confronti di tutti. Egli si considera realizzato se riesce a far giustizia, a prescindere dalle richieste e dai bisogni effettivi degli altri.

Ognuno dei personaggi che assumono i diversi ruoli del triangolo drammatico pensano di agire in funzione del bene dell’altro, ma invece agiscono solo in funzione di ciò che è bene per sé stessi, cosa questa che porta ad incomprensioni e a rapporti patologici.